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SHOW COOKING TRA CUOCHI E STILISTI

20.03.2014

Per la prima volta in Italia, la moda si è messa a servizio della gastronomia, durante lo show cooking del Premio Italia a Tavola. I cuochi hanno ispirato gli studenti dello IED di Firenze nella realizzazione di un abito. Una collaborazione inedita tra settori di punta del nostro Paese, che danno valore al Made in Italy in tutto il mondo. Non un comune show cooking, bensì un evento unico nel suo genere che ha visto sei grandi cuochi italiani (Andrea Berton, Filippo La Mantia, Rosanna Marziale, Giancarlo Morelli, Marco Stabile e Daniele Zennaro) impegnati nella realizzazione di un finger food ciascuno, affiancati eccezionalmente, e per la prima volta in assoluto in Italia, da studenti del corso di Moda dello IED di Firenze, in collaborazione con Manusa, i quali hanno realizzato live degli abiti ispirati ai piatti in preparazione.

L’abito vincente, secondo la giuria, composta da giornalisti del settore enogastronomico e del campo della moda, è stato Sapori di mare, in perfetto abbinamento con il piatto dello chef Daniele Zennaro.
«IED Firenze – ha dichiarato Alessandro Colombo, direttore dell’Istituto – “è un sistema formativo in evoluzione; un laboratorio capace di pensare e ripensarsi con una mission chiara e condivisibile: offrire ai giovani creativi una formazione completa, una cultura del progetto che li accompagni per tutta la vita. Esperienze come questa le ritengo altamente formative per gli studenti».

«Abbiamo aderito con molto entusiasmo – ha aggiunto Luca Parenti, docente dei corsi di moda allo IED di Firenze – a questo incontro creativo tra cucina e moda: due importanti aspetti dell’italianità che esportano nel mondo il nostro estro e la nostra creatività . Come i grandi chef presenti allo show cooking anche noi con gli studenti abbiamo reinterpretato, data una nuova “mise en place” a capi di abbigliamento classici e vintage. Ci siamo poi divertiti a presentare accanto agli abiti, pensati per una cena nei ristoranti dei rispettivi chef, una piccola cassetta di frutta contenente gli ingredienti del nostro processo creativo… aghi, filo, tessuti e accessori vari». «Queste contaminazioni – ha continuato Parenti – tra arti differenti hanno, secondo me, un alto valore per la formazione e l’apertura mentale che oggi un designer diplomato allo Ied deve avere per districarsi nel complesso mondo del fashion system. Ringrazio la factory creativa pistoiese Manusa per la preziosa collaborazione».

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