Rick Owens, Temple of Love a Parigi
26.08.2025Fino al 4 gennaio 2026, il Palais Galliera di Parigi ospita Temple of Love, la prima grande retrospettiva francese dedicata a Rick Owens, stilista iconoclasta e visionario, capace di trasformare ogni sfilata in un’esperienza spirituale. Più che una mostra, un rituale laico fatto di oscurità, materia, corpo e desiderio. Attraverso archivi personali, installazioni immersive, video, scritti e immagini rare, il percorso racconta l’evoluzione di Owens dagli esordi a Los Angeles, con la celebre collezione che vide in passerella Goddess Bunny, fino all’icona globale che è oggi. «I vestiti che creo sono la mia autobiografia», scriveva. «Sono l’eleganza a cui aspiro e i danni che ho causato lungo il cammino».
Già dall’ingresso, il buio è denso, quasi solido. Le pareti, rivestite in feltro marrone – omaggio a Joseph Beuys – incorniciano abiti-scultura come presenze rituali. Intorno, manichini gotici appollaiati su piedistalli vegliano lo spettatore come gargoyle contemporanei, organizzati non per collezioni ma per tribù emotive: freaks, dissidenti, romantici senza patria. Le teche centrali diventano navate post-moderne, contenenti oggetti-ossessione: da À rebours di Huysmans ai poster di Ziggy Stardust, fino ai riferimenti sci-fi di Edgar Rice Burroughs.
Nella seconda sala, un’esplosione improvvisa di luce naturale – mai utilizzata prima in una mostra di moda al Galliera – illumina capi volutamente esposti al rischio di decolorazione. Il tempo, come la vita, lascia il suo segno, ed entra a far parte della narrazione visiva. Le silhouette sembrano una setta segreta appena emersa dall’ombra.
Il percorso culmina in una terza sala con una statua di Rick Owens che urina solennemente in una vasca di metallo. Un gesto provocatorio che, in questo contesto, assume il valore di sacramento queer. Attorno, video espliciti, oggetti bondage, autoritratti dissacranti, come quello con la pistola puntata alla bocca accompagnato dalla celebre caption: “rick owens, blow job, 2006”. In Temple of Love, ogni tabù diventa materia estetica, ogni censura viene trasfigurata in arte. Rick Owens non racconta la moda. La mette a nudo.