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I merletti di Burano

07.05.2024

Si stima che i primi merletti di Burano risalgano al ‘500. All’epoca la lavorazione del merletto si svolgeva solo ed esclusivamente in case signorili, utilizzando ago e filo senza il supporto di una tela. Veniva realizzato il “punto in aria” e con esso venivano eseguiti disegni geometrici, fiori, animali, volute e racemi.
Nel ‘600 si cominciò a ricamare utilizzando il punto a rosette, lavorato con piccoli fiori volanti e il punto controtagliato, utilizzato per le ampie volute a il rilievo nelle cordature di contorno. Questi ricami si diffusero ben presto in Europa e le merlettaie di Burano vennero chiamate perfino in Francia, per avviare un’importante creazione di pizzi. La lavorazione del merletto, per la maggior parte dei casi, si svolgeva all’interno della Scuola Merletti, fondata nel 1872 dalla contessa Andriana Marcello per recuperare e rilanciare una tradizione secolare, oggi Museo del Merletto. Nel Museo, aperto nel 1981, Vi sono esposti oltre cento preziosi esemplari della ricca collezione della Scuola, oltre a importanti testimonianze della produzione veneziana dal XVI al XX secolo. Inoltre è a disposizione degli studiosi l’archivio, importante fonte di documentazione storico – artistica, con disegni, foto e varie testimonianze iconografiche.

Il percorso espositivo parte al piano terra del museo, ove alcuni pannelli informativi illustrano la tecnica di realizzazione e i punti più diffusi (tra cui il punto Venezia e il punto Burano).
La visita continua al primo piano in ordine cronologico attraverso quattro sale, in cui sono esposti complessivamente circa 200 merletti, inclusi alcuni esemplari rari e preziosi, che testimoniano l’evoluzione della tecnica di realizzazione dal Rinascimento all’Ottocento:
1 – Dalle origini al secolo XVI
2 – Secolo XVII e secolo XVIII
3 – Secolo XIX e secolo XX
4 – La Scuola dei Merletti di Burano (1872-1970)
È poi presente uno spazio dedicato al Premio Burano, in cui sono esposti dipinti e opere grafiche premiate nelle quattro edizioni del concorso d’arte (1946, 1951, 1953 e 1956).

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